mercoledì 22 maggio 2013

CIO' CHE NON CI DICONO SUI PANNOLINI MONOUSO




Anni fa avevo letto un bel documento, scritto a più mani da mamme critiche e consapevoli, riguardante le diverse tipologie di pannolini per bambini. E' piuttosto lungo e molto interessante, perchè va a toccare i diversi aspetti della questione. Mi ritrovo d'accordo con tutto, tranne sulla tipologia dei pannolini lavabili, di cui scriverò più avanti.
Il manuale è scaricabile o leggibile/ e lo consiglio a tutti) interamente qui:
Nel frattempo ho estrapolato dei passaggi che ritengo importantissimi e che molti non sanno perchè non ci dicono...

“I PANNOLINI USA E GETTA TRADIZIONALI SONO ALTAMENTE INQUINANTI.
Prima di tutto a causa del modo in cui vengono prodotti uno studio della società di Consulenza Landban
k ha dimostrato che i pannolini usa&getta consumano 3,5 volte più energia, 8 volte più materie prime non rinnovabili e 90 volte più risorse rinnovabili rispetto ai pannolini riutilizzabili; producono inoltre 2,3 volte più acque di scarico e 30 volte più rifiuti solidi; richiedono tra 4 e 30 volte più terra per la coltivazione di materie naturali rispetto a quelli riutilizzabili, senza contare l'impatto di altri fattori quali l'utilizzo di pesticidi. Nella fase produttiva consumano un’enorme quantità di risorse naturali: energia, acqua, polpa di legno, plastica, idrogel ecc. La produzione elimina nell'acqua solventi, metalli pesanti, polimeri, diossine e furani. Vengono inoltre abitualmente sbiancati al cloro.
Nei pannolini tradizionali la parte interna, che costituisce il 70% del peso totale, è formata da una
polpa di cellulosa e da polimeri superassorbenti (silicati, acrilati e simili). Il resto è costituito da pellicole in polipropilene (sopra) e polietilene (sotto), unite ad adesivi (velcro), elastici e nastri.
È difficilissimo trovare dati precisi sulla composizione degli usa&getta. Raramente vengono diffuse le
schede tecniche a chi ne faccia espressamente richiesta e la legge non obbliga le aziende a rendere noti i componenti sulla confezione. Rendere nota la lista dei componenti è una decisione che viene lasciata al produttore, per dimostrare la propria affidabilità e trasparenza. Perché? Riguardo alle sostanze potenzialmente tossiche presenti nei monouso tradizionali, nel maggio 2000 venne diffusa dai media una notizia allarmante: Greenpeace Germania aveva riscontrato in quasi tutti i campioni di pannolini analizzati la presenza di TBT, DBT e MBT, rispettivamente Tributile, Dibutile e Monobutile di stagno. Il TBT risulta altamente tossico per gli organismi acquatici già in una percentuale dello 0.001mg perlitro, mentre nell’uomo può provocare tumori e disfunzioni al sistema nervoso.
Le maggiori multinazionali del settore (la Pampers,la Fixies e la Benetton) si affrettarono a dichiarare la totale assenza nei loro pannolini di questi composti o diedero generiche rassicurazioni sull’innocuità di tali sostanze. Resta comunque il fatto che, a seguito diuna nuova campionatura effettuata alcuni mesi dopo, non vennero più trovate tracce di questi composti. Per quale motivo si sarebbero utilizzate simili sostanze per la produzione di pannolini per bambini? L’ipotesi più plausibile è che tali composti servano a stabilizzare la parte plastificata del pannolino e per evitarne il deterioramento nel tempo, grazie anche al potere bio-cida. Per non creare allarmismi, va precisato che né in Germania né altrove sono stati registrati casi di malattie o squilibri ormonali che siano con assoluta certezza imputabili al TBT prese
nte nei pannolini; a seguito di questo scandalo, nel successivo Consiglio dei Ministri dell'Ambiente dell'Unione Europea, il Governo di Vienna ha chiesto ufficialmente la messa al bando della tributilina (TBT) per la sua accertata tossicità anche in basse concentrazioni.
Probabilmente non si saprà mai la verità, ma sta difatto che qualcosa è cambiato nel ciclo di produzione dei pannolini usa&getta, per lo meno in Germania. In Italia dobbiamo fidarci?
l TBT pare non essere purtroppo l’unica sostanza “sospetta” presente nei monouso tradizionali. Sotto
accusa sono anche i silicati o gli acrilati che ne costituiscono il “cuore superassorbente” e DI CUI NON SI CONOSCONO TUTTORA GLI EFFETTI COLLATERALI A CONTATTO CON LA PELLE DEL BAMBINO. È anche probabile che gli effetti siano conosciuti ma non vengano portati alla conoscenza degli acquirenti. Di certo sono i principali responsabili degli arrossamenti da contatto della delicata pelle del neonato e di micro-abrasioni dovute allo sfregamento. Dato che nella maggior parte dei casi i pannolini vengono sbiancati con il cloro, non è assurdo pensare alla possibilità che siano eventualmente presenti dei residui. Alcune fonti, per la verità datate, sospettano infine la presenza di sodio policloridato, che assorbe più di cento volte il peso dell'acqua; questa sostanza venne eliminata dagli assorbenti femminili nel 1985 a causa della sua correlazione con lo shock tossico nei tamponi da donna
STATISTICHE E STUDI MEDICI
Se i rischi legati al possibile assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche attraverso la pelle del neonato sono però ancora da dimostrare, in assenza di studi certi al riguardo, possiamo segnalare che le statistiche mediche ditutti i Paesi ove si fa abbondante utilizzo di pannolini usa&getta testimoniano un aumento dei casi di arrossamenti, eritemi da pannolino e allergie.
Secondo l'Università di Kiel (Germania), l'impiego regolare e continuato di pannolini usa&getta
provocherebbe il surriscaldamento (fino a 1°C) dello scroto dei bambini, rischiando di danneggiare il normale sviluppo dei testicoli e quindi la futura fertilità. Il rivestimento di polipropilene e polietilene, trattandosi in ogni caso di una materia plastica, provocherebbe all’interno del pannolino stesso un aumento della temperatura (Partsch & Al.,2000).
Alcuni tipi di pannolini tradizionali vengono venduti già “cosparsii” di creme anti-arrossamento, la cui composizione chimica non viene dichiarata e sulla cui finalità esistono forti dubbi, dal momento che le creme si sono rese “necessarie” per mitigare le irritazioni provocate dal pannolino stesso.
I prodotti chimici che possono essere considerati più pericolosi sono quelli che sono spalmati sulle
fibre dei filtranti sintetici: per rendere igrofilico (cioè in grado di catturare le molecole di acqua) il polimero sintetico che invece è naturalmente idrofobico (cioè non aggancia le molecole, basta prendere un imballaggioqualunque di plastica versarci dell’acqua e si vedrà che l’acqua non si spande ma rimane come singole gocce che scivolano sopra) vengono aggiunti alle fibre dei “finish” che contengono tensioattivi e altri derivati chimici. Questi a contatto diretto con la pelle umida e calda, finché non arriva la pipi, vengono facilmente rimossi. E la domanda è: dove finiscono? Un’ipotesi che sorge spontanea è che finiscano sulla pelle del bambino e questo anche per 3 anni consecutivi
NESSUNA CERTEZZA
Potremmo citare altri dati, alcuni dei quali molto allarmanti, ma preferiamo limitarci a segnalare una
più sana “via di mezzo”;  nell’assenza di studi chiari ed esaustivi pubblicati su questo argomento, non si può essere certi di niente. Vorremmo che fosse chiaro proprio questo: “non si può essere certi di niente, nel bene e nel male”. Ciò che è certo è che la pelle e gli organi del bambino non sono predisposti per trascorrere 24 ore su24 per oltre tre anni consecutivi avvolti da plastica, silicati, DBT MBT
TBT & company. Per quanto questo faccia comodo a noi genitori.
VOI CI STARESTE? “

Ecco... A questo punto, mi viene in mente una pubblicità di una nota marca di Pannolini monouso che recita così, più o meno: " La cosa  più importante per noi mamme è che il  nostro bimbo resti asciutto"... bè mi verrebbe da dire: "MA ANCHE NO! L'IMPORTANTE E' CHE IL PANNOLINO SIA SICURO!".
Purtroppo la potenza delle multinazionali è forte. Riescono a insabbiare ogni cosa, riescono a fare leva sulle nostre "paure" di mamma... Riescono a farci passare per OTTIMI prodotti PESSIMI, tipo un famosissimo OLIO per la pelle...  Ma su questo ho da scrivere molto, moltissimo....

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