giovedì 12 settembre 2013

IL "NOSTRO" PESTO...

Il pesto per gran parte della mia vita l'ho sempre, ingiustamente, scansato. Avevo anche le mie motivazioni... Lo compravo già fatto al supermercato e non è che mi facesse impazzire.
Poi ho conosciuto quello che poi è diventato il maritozzo e ho scoperto il "pesto della suocera". Lo faceva lei e lo faceva per tutto l'anno, congelandolo nei bicchierini di plastica del caffè. Bè... così iniziamo a ragionare. 
L'anno che ho iniziato con l'orto sul terrazzo ho preparato il mio primo pesto, utilizzando il mio basilico. Sono però andata a modificare la ricetta di mia suocera in base ai gusti miei e di mio marito, stravolgendo anche la ricetta originale. 
Su internet si trovato 1000 tipologie di ricette diverse, con quantità di ingredienti diverse e logicamente con costi diversi. Il "mio pesto" risulta un pochino caruccio e non ha comunque la pretesa di essere il pesto per eccellenza... Semplicemente a noi piace così, e comunque facendolo in due o tre giornate per tutto l'anno, ho la comodità di avere un sugo pronto per le evenienze e risparmiando lo stesso un pò, visto i prezzi dei vasetti al super (se non ricordo male dai 3 ai 5 euro).
Calcolo solitamente di usarne un vasetto a settimana, per un totale di 52-53 settimane, e ne preparo dai 50 ai 60 vasetti.
Con gli ingredienti di una ricetta ne ricavo 2-3 vasetti o bicchierini.

Ingredienti:
50 g di Basilico
100 ml di Olio Extra Vergine di Oliva (detto olio EVO)
1 spicchio di Aglio
1 manciata di sale grosso
30 g di Pinoli
30 g di Parmigiano Reggiano
30 g di Pecorino Romano

Nota: su internet si trovano diversi consigli su come lavare il basilico o di come frullare il tutto, per non rischiare di fare annerire il basilico (ossidare)... Questo è il mio metodo. Un pesto sempre bello e ottimo al gusto.

Metto a bagno il basilico. Molta della terra cadrà sul fondo del catino. Poi inizio a staccare le foglie, facendo attenzione a non romperle e scegliendo sempre quelle belle, che metto in una centrifuga per insalata piena di acqua. Staccate tutte le foglie di basilico, ricontrollo che siano tutte belle pulite e le scolo, per poi centrifugare per asciugarle. Utilizzo la centrifuga perchè toglie bene l'acqua e non sgualcisce le foglie, poi stendo il tutto su un canovaccio.
Non usando il mortaio mi avvalgo del mixer, che però faccio lavorare a bassa velocità per non scaldare le lame e per non fare un "frullato di basilico".
Nel mixer metto il basilico, i pinoli e l'aglio e faccio lavorare piano, accendendo e spegnendo il mixer un paio i volte. Poi aggiungo i formaggi, il sale e l'olio.
Giro e spengo fino a che il mio pesto non è pronto.

Conservazione:
Fino a che in casa eravamo in due, riempivo un bicchierino da caffè in plastica e sopra mettevo un pezzo di carta stagnola per poi mettere tutto in congelatore. Ora che siamo in 4 utilizzo i bicchierini dello yogurt, che sono più grossi e di una plastica molto più resistente dei normali bicchieri che si comprano al supermercato. E ovviamente, riciclo e riuso :)
Quando ho bisogno di utilizzare un bicchiere di pesto, riempio un pentolino di acqua e quando bolle, spengo e inserisco il bicchiere di pesto. Nel frattempo cucino la pasta. Quando la pasta è cotta il pesto sarà pronto da versare!

Tuttavia quest'anno il raccolto dell'orto è stato proficuo per cui lo spazio nel mio congelatore è terminato, ho utilizzati quindi dei vasetti piccoli, che ho poi sterilizzato e riposto in dispensa. 

Fare tutti questi vasetti mi ha rubato 2 ore per 3 giorni ( il tempo della nanna di Sorriso), aiutata da mia mamma. Ma mi da anche una grande soddisfazione, doppia quando lo mangerò :)

Fare il pesto è un'occasione speciale...
Mi da l'opportunità di avere un momento di chiacchiere spensierato con mia mamma.
Mi da l'oportunità di fare una cosa che mi piace: cucinare.
E riassume anche 4 concetti che mi stanno a cuore: autoprodurre (basilico e pesto), riciclare e riusare (bicchieri dello yogurt e vasetti di prodotti del supermercato) e mangiare cose genuine (basilico non trattato, olio Evo calabrese e Bio che mi faccio spedire per tutto l'anno)...

Sperando di avere invogliato qualcuno a cimentarsi, buon pesto a tutti!


lunedì 12 agosto 2013

Pazzi per la Spesa!

Navigando su Internet mi sono imbattuta sui coupon, ovvero i buoni sconto!
Solitamente giro al largo da queste offerte, non le trovo così convenienti, soprattutto perchè faccio spesa ai discount per la maggiore, dove ormai conosco i buoni prodotti e salvo il portafoglio.
Ma questi tipi di coupon mi interessano abbastanza, perchè sono prodotti per i bambini e sono di qualità!
Sono i coupon Coop della linea Crescendo e Club 4- 10 e più precisamente riguardano:
  • Mutandine COOP Crescendo Junior kg 14/18
  • Salviette Detergenti COOP Crescendo
  • Omogeneizzati biologici COOP Crescendo
  • Biscotti Biologici COOP Crescendo
  • Bagnetto Delicato COOP Crescendo
  • Creme BIO di Ceriali Misti COOP Crescendo
  • Gelati COOP Club 4-10
  • Cereali COOP Club 4-10
  • Tortine Multipack COOP Club 4-10
  • Smoothies COOP Club 4-10
  • Merenda Fresca COOP Club 4-10
  • Crocchette COOP Club 4-10
Compro da sempre i succhi 4-10 Coop perchè sono 100% frutta, ma sono anche carucci... 3 brick da 200 ml costano all'incirca 1,39€! Quindi perchè non aprofittarne?
Mi sono stampata i miei buoni, che sono nominativi e ho fatto questa spesa:
- 1 confezione di succhi alla pesca 
- 1 confezione merenda fresca
- 1 confezione Biscotti Biologici 
- 1 confezione di salviette detergenti
- 1 confezione di Cereali
- 1 confezione di Tortine
- 1 confezione di Crocchette non prefritte
TOTALE SCONTO: 5,60€!

Quindi ho comprato prodotti VERAMENTE migliori qualitativamente (tranne le salviette) a un buon prezzo!
Quando sono arrivata alla cassa ho messo tutti i prodotti in ordine con sopra i buoni sconto... la cassiera mi guarda e mi chiede : "Signora ha visto pazzi per la spesa per caso?" aahahah... Ovviamente non mi ci avvicino minimamente a quel tipo di spesa, che tra l'altro non è etica per niente... ma quando si può risparmiare veramente, ben venga!

Come fare ad avere i buoni?
Basta registrarsi qui e scegliere quali sconti stampare.
E il bello è che se ne possono stampare molti senza un limite preciso (confermato dal punto ascolto Coop). L'importante è 1 pezzo 1 buono!
Di ritorno dal mare farò quindi scorta di succhi di frutta :)
Alla prossima...


lunedì 24 giugno 2013

POMATA ALLA CALENDULA E TINTURA MADRE

Nell’ultimo post ho parlato di irritazioni da pannolino.
Oggi mi dedico all’autoproduzione della pomata alla calendula.
Autoprodurre comporta qualche sacrificio: il reperimento delle materie prime e un po’ di tempo per farle e lasciarle lavorare. Ma le soddisfazioni sono impagabili! Innanzitutto i risultati su molteplici problemi… la calendula veramente può essere considerata una panacea per mille mali! E poi la sicurezza che non ci siano porcherie all’interno!
Le mamme solitamente si affidano alle creme più conosciute pensando che siano prodotti veramente a misura di bambino… ma non è così e non ce lo dicono.
Il primo consiglio è quello di girare al largo da tutti quei prodotti che nell’INCI riportano la dicitura PARAFFINUM LIQUIDUM, che altro non è che un derivato del PETROLIO… direi che per un bambino non è proprio l’ideale.
Anche i prodotti che vanno tanto di moda ultimamente (un olio che si usa per cicatrici da cesareo, sudamina ecc) altro non è che VITAMINA E e SILICONI… insomma se si può evitare…

Devo precisare che io non ho inventato proprio niente, ma che quello che vado a riportare sotto è tutto frutto di una donna di nome Veggie, che seguo da ormai un paio d’anni, ed è veramente una risorsa inesauribile di conoscenze. Seguo con molto interesse il suo blog La regina del sapone e mi sono iscritta al gruppo yahoo sapone e autoproduzioni, dove ci sono moltissimi file per autoprodurre saponi per il corpo, per il bucato, rimedi naturali e consigli su dove acquistare on line le materie prime, e si può postare messaggi per chiedere chiarimenti e consigli al gruppo.
Se qualcuno è interessato Veggie ha anche pubblicato un libro sull’autoproduzione di saponi per l’igiene della casa: sgrassatori, Marsiglia per il bucato, additivi, spruzzino per il bagno… di tutto insomma. Ho girato molto per il web e ho letto molto sui saponi e detersivi, e devo dire che le conoscenze che ha lei, non le ho trovate altrove.

Per il reperimento delle materie prime, se avete intenzione di autoprodurre solo questa pomata, rivolgetevi ad un’erboristeria. Purtroppo le erboristerie non sono più molto fornite di erbe, fiori e materie prime, ma potrete ordinarle. Se invece trovate altre ricette nel blog, che vi piacerebbe provare, il mio consiglio è di acquistare sul web, magari all’estero, dove si fanno ottimi acquisti!

La tintura madre si può prepare mettendo a macerare 15 gr. di fiori secchi di calendula in 100 ml di alcol a 65°/70° per 15 giorni, poi filtrare e mettere in una boccetta scura, oppure si può acquistare in erboristeria.

Ed ecco i link:

per la pomata pomata alla calendula

e per l’oleolito di calendula oleolito alla caledula

Io la pomata di calendula la uso per le irritazioni da pannolino, le mie dermatiti da spiaggia, irritazioni da sudore, punture di zanzare, scottature… insomma sono molteplici gli usi!
La Tintura Madre di calendula, l’avevo preparata anche per i risciacqui post partum, visto il suo potere cicatrizzante, ma in ogni caso il suo utilizzo è versatile come la pomata.

Buona autoproduzione!

giovedì 20 giugno 2013

IRRITAZIONI DA PANNOLINO

Eh si, ebbene si… Nonostante si utilizzino i pannolini lavabili, ci si può imbattere in questa fastidiosa situazione.
Ci sono bambini, come Spiderman, a cui non capita mai; poi ci sono bimbe che come il mio Sorriso si irritano e gli vengono le bolle solo a guardarla L
Le cause principalmente sono:

1.Di tipo igienico.  
I pannolini tradizionali usa e getta, anche se pieni di pipì, non perdono una goccia (al massimo diventano enormi) e le reti super tecnologiche lasciano una sensazione di asciutto. Questo porta spesso a ritardare il momento del cambio ( soprattutto nelle uscite).
I pannolini lavabili, anche se si usano veli in pile per mantenere la pelle più asciutta a contatto con il cannolo, rimangono comunque zuppi.
Qualsiasi sia il pannolino che usiate, quindi, se non cambiato al momento opportuno può creare irritazioni: infatti le feci mescolate con l’urina, creano AMMONIACA!
Se usiamo i pannolini usa e getta aggiungiamo anche le sostanze tossiche contenute nel pannolino stesso( di cui ho parlato QUI) e il disastro è fatto!
Se usiamo i lavabili, dobbiamo tenere presente che potrebbero rimanere all’interno delle fibre residui di detersivi per la lavatrice.
In entrambe i casi, se usiamo le salviettine, potrebbero giocare un ruolo importante anche le sostanze chimiche o i profumi che le contengono.

2. Dentini
Anche qui non è detto che capiti a tutti i bambini, ma molti di loro, durante la fase della dentizione, presentano una pipì molto acida, con un odore particolare. Quando si usa i pannolini tradizionali si sente generalmente un odore di petrolio, mentre con i lavabili un forte odore di ammoniaca.

3. Di tipo alimentare.
In particolare durante lo svezzamento, alcuni alimenti possono rendere l’urina più acida.

Rimedi?
Innanzitutto, se usate gli usa e getta, passate ai LAVABILI. Trovo inutile, e dannoso, spalmare chili di cossido di zinco mischiato al petrolio, per non volere fare un paio di lavatrici in più. Le creme sensibilizzano la pelle, che di conseguenza avrà bisogno SEMPRE di creme per stare bene. E così roviniamo la pelle dei bambini….
Meglio appoggiarsi sul cotone o su un sacco di plastica? Voi cosa preferireste per 30 giorni al mese e per 24 h su 24?

Se usate già i pannolini lavabili, questi accorgimenti possono sicuramente fare al caso vostro:
·                       Cambiate pannolino più frequentemente dopo la pipì e immediatamente dopo la
          pupù
·                       Assicuratevi che la pelle sia completamente asciutta dopo averla lavata. Si può spargere nelle parti intime anche un po’ di fecola di patate, che aiuta a rimanere più asciutti in estate.
·                       Il bambino normalmente andrebbe tenuto almeno un’ora al giorno senza pannolino. In questi casi  
             aumentate il tempo senza pannolino.
·                       Usate veli di pile per mantenere la pelle asciutta
·                       Fate bere più spesso il bambino per diluire la pipì
·                       Lavate la pelle irritata usando dei fiocchi di cotone o salviette lavabili al posto delle salviette usa  e  getta
·                       Sciacquate le parti intime sotto l’acqua e usate prodotti per il bagno più delicati in caso di pupu’
·                       Mettete uno strato sottile di crema alla Calendula
·                       Fate un impacco freddo di té alla camomilla e miele sulla pelle arrossata
·                       Fate un extra risciacquo alla fine del lavaggio principale dei pannolini per assicurarsi che il detersivo sia stato completamente rimosso
·                       Fate 1-2 lavaggi senza detersivi per rimuovere qualsiasi accumulo di detersivo nei pannolini
·                       Usate un detersivo più delicato, possibilmente ecologico senza enzimi, coloranti e sbiancanti ottici
·                       In casi drastici ( ad esempio in caso di eruzione dei dentini) fate il bidet in acqua tiepida e bicarbonato, oppure in acqua e 10 gg di Tintura madre di Calendula. Dopo il bidet asciugate bene ma non applicate creme.

Solitamente con questi accorgimenti, al mio Sorriso torna tutto a splendere. Da dieci giorni a questa parte, grazie al caldo e ai dentini, la situazione è tragica. Sembra migliorare un giorno per poi peggiorare il giorno seguente…
Allora mi sono letta molti articoli sull’E.C  e ho deciso di mettergli le mutandine ( è talmente magrolina che quelle per i 2 anni le vanno J ) e di mettergli il cannolo solo per la nanna e le uscite. Bè, io all’inizio ero molto scettica… una bambina a 10 mesi sul vasino… ma figuriamoci!
Eppure ogni 15 minuti ce la metto e la fa !!!! A volte qualche goccina, a volte proprio una bella pipì!
Uno sbattimento? Indubbiamente si, perché si fa fatica ad entrare nell’ottica. Ma pensandoci bene… visto questa sua grave irritazione, dovrei in ogni caso infilare il dito nel cannolo ogni 15 minuti e sentire se è bagnata e cambiarla subito se lo è. Ed è più immediato abbassare le mutandine e metterla sul vasino che cambiargli il pannolino e poi lavarlo… Certo qualche pipì ci scappa, ma noi veramente non abbiamo altre alternative per ora!
E se ci ripenso bene e faccio mente locale dei comportamenti di Sorriso dalla nascita ad oggi, forse questo “metodo” senza pannolino è quello che lei voleva dall’inizio. Tutte quelle cacche sul fasciatolo, le pipì ad ogni cambio…
Non so come si evolverà la situazione, ma leggendo le basi dell’E.C  e cioè su una forte empatia tra madre e bimbo, per cui la madre riconosce i segnali del bimbo, sono rimasta veramente affascinata.
In fondo, una madre riconosce quando il suo bimbo ha fame e gli da il seno o il biberon… riconosce quando è stanco e lo coccola… riconosce se ha freddo e lo copre… quindi è molto probabile che se si lascia il bimbo libero di esternare questo suo bisogno, la madre arriverà ad assecondarlo.
Presto pubblicherò un post sull’autoproduzione della crema alla calendula e della Tintura madre… risparmio e certezza della naturalezza del prodotto mischiato all’amore di mamma!



mercoledì 22 maggio 2013

COME SVEZZIAMO I NOSTRI BIMBI?



Quando si avvicinò il momento dello svezzamento del mio primo figlio Spiderman ( sei mesi), ero molto giovane; ed essendo contentissima del mio pediatra ho seguito alla lettere le sue direttive. Ho fatto quindi uno svezzamento tradizionale, iniziando con i brodini e le farine, ho poi aggiunto le verdure ( 1 alla volta), la carne, poi la cena e via via pesce, legumi formaggi e prosciutto. Ho inserito tardi i cosiddetti “cibi allergizzanti” come pomodoro e uova e a un anno ha iniziato a mangiare come mangiavamo noi, con l’accortezza del sale. Effettivamente con Spiderman non ho incontrato nessun tipo di problema, a lui i “papponi” piacevano molto e mangiava parecchio. L’unica cosa che ho fatto di testa mia, è omogenzzare il cibo da me. Il pediatra mi consigliò di iniziare con liofilizzati di carne o omogeneizzati industriali, ma già all’epoca l’idea non mi piaceva. Ho sempre pensato che la lavorazione industriale non è controllata come dicono e comunque credo che alteri le qualità nutritive degli alimenti. E poi preparargli le pappe mi piaceva molto. Le mie erano sicuramente più buone di vasetti che riportano la data di scadenza, ma non quella di produZione J
Con la Bufalotta, invece, una tragedia. Non le piacevano, ma proprio per niente. Ho provato a rimandare l’appuntamento, anche se lei al cibo era veramente interessata! Niente… Pianti. E non mi piaceva che la mia bimba piangesse per mangiare. Sedersi a tavola deve essere un piacere, non un’imposizione o una tortura.
Ed ecco che partono le mie ricerche… amiche, libri e Internet, come al solito. E approdo su consiglio al sito:www.autosvezzamento.it
E mi  si apre un mondo. Cerco “Io mi svezzo da solo” di Gonzales, ma non lo trovo e allora compro “W la pappa” di Paola Negri. Stupendo è la prima parola che mi viene quando penso a questolibro!
Da lì è stata tutta un’altra storia… Sorriso ha iniziato a mangiare con noi a tavola, e ad assaggiare ciò che mangiavamo noi (con le giuste accortezze!). Nel giro di un mese, ha assaggiato tutto e tutto le piace!
Vederla mangiare con gusto, manipolare il cibo, staccare i pezzetti con le gengive e masticare e vederla contenta è veramente bellissimo. E notare: a nove mesi non ha un dente!
Dei concetti su cui si basa l’autosvezzamento, che consiglio veramente a tutte, ne parlerò più avanti, oggi vorrei invece vedere quanta variabilità c’è nel modo in cui le mamme si avvicinano a questa tappa. Allora ho deciso di postare una domanda nel gruppo di mamme della mia zona su Facebook, di cui faccio parte. A loro ho chiesto:

1- a quanti mesi il pediatra vi ha proposto lo svezzamento
2- a che mese avete iniziato lo svezzamento
3- che tipo di svezzamento avete fatto (tradizionale con le tabelle del medico, autosvezzamento, veg o vegetariano ecc..)
4- se non avete seguito il pediatra chi vi ha aiutato nelle scelte

Mi hanno risposto 10 mamme (sigh!) e i risultati per lo più sono stati:
1-      6 mesi
2-      6 mesi
3-      tradizionale
4-      pediatra
Quindi si evince che hanno tutte utilizzato l’impostazione classica, dettata dal medico pediatra.
Ci sono però dei punti di interesse, che non sono una critica diretta alle mamme, ma a pediatri e multinazionali:
-           Alcune hanno specificato di aver usato gli omogeneizzati per lo svezzamento. Non l’ho chiesto a tutte, e quindi non ho da fare confronti, certo è che anche il mio pediatra me li consigliò, quindi presuppongo che siano molte le mamme che li hanno utilizzati. I pediatri e le pubblicità ci dicono che è meglio utilizzarli perché controllati ( o Bio) e perché non contengono particelle d’aria che possono dare fastidio al pancino dei nostri piccoli. Ed ecco la STRATEGIA DELLA PAURA a cui ci sottopongono quotidianamente. Se non gli dai l’omo il tuo piccolo starà male. Su due figli non ne è stato male uno, e Bufalotta oltrettutto soffre di reflusso gastroesofageo! La stessa OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) consiglia i preparati in casa. E più in generale tutti i cibi trasformati industrialmente andrebbero evitati, anche per noi adulti. Gli stessi pediatri nella tabella di preparazione della pappa ci dicono di evitare zucchero e sale.; poi prendi in mano un omogeneizzato e te li ritrovi tra gli ingredienti. Mah! E poi ci sono i prodotti ritirati dal commercio perché contententi vetro; oppure il caso di 106 bambine ricoverate a Torino perché gli ormoni contenuti negli omogeneizzati le hanno fatto crescere il seno. Vi consiglio di scrivere su Google “ormoni negli omogeneizzati” e leggete. E quindi perché mai devo dare ai miei figli sta roba?
-           Un aspetto che mi lascia basita, ma veramente tanto, è che ci  sono pediatri che consigliano un “lentissimo” svezzamento a partire dai 4 mesi e mezzo. No ma  scherziamo? Un bambino a 4 mesi non sta seduto, dorme ancora molto, non mostra interesse per il cibo, e noi dovremmo buttargli in bocca un cucchiaino con la frutta. Ma a che pro? Io credevo che ormai tutti i pediatri , anche i più anziani, fossero allineati con l’OMS e le ultime ricerche. Questi pediatri non sono dottori, SONO DINOSAURI! Devono andare in estinzione. Se la crescita prosegue bene un bambino non ha bisogno di altro almeno fino ai 6 mesi. Il latte della mamme e i LA sono completi, non c’è bisogno di altro! Uno svezzamento precoce, al contrario, può essere dannoso, sia all’apparato digerente ed è collegato ad allergie e asma. E tutto ciò non lo si vede nell’immediato, ma più avanti negli anni. Una mamma riferisce che il suo medico gli ha anche detto di inserite il LATTE INTERO ALLUNGATO CON ACQUA a 4 mesi e mezzo. Sono sconcertata! La mamma ne è contenta perché la bimba non ha più problemi con rigurgiti, ma ne è chiaro anche il motivo: quel latte è pesante. Il latte intero andrebbe dato dopo l’anno: troppe proteine e poco ferro. D’altronde i nostri figli non sono VITELLI!
-           Con mio sommo piacere 2 mamme hanno praticato l’Autosvezzamento: una mamma quello semi-vegetariano e una mamma l’ha iniziato a 13-14 mesi, ostacolata dal pediatra però. Io invece l’appoggio in pieno: ha seguito le esigenze di suo figlio che adorava la tetta! Entrambe le mamme hanno dovuto quindi trovare appoggio all’esterno dei “canoni ufficiali”: altre mamme, Internet e libri. E quindi si potrebbe aprire un capitolo sul fatto che i pediatri si debbano un pochino aggiornare…. J
-           Un’altra mamma ha sollevato un altro problema: lo svezzamento e l’asilo nido. A lei sarebbe piaciuto uno svezzamento vegetariano, che difficilmente però si conciliava con l’asilo nido. E questo lo trovo un gran problema…. Le strutture educative in questo fatto dovrebbero ammorbidirsi: le mamme che lavorano hanno comunque diritto a decidere in fatto di alimentazione del proprio figlio!
 
Nonostante tutti questi aspetti che non condivido, e di cui non colpevolizzo le mamme, sono felice di vedere che nonostante tutto i bambini vengono svezzati per lo più a 6 mesi, e che molte mamme hanno continuato l’allattamento al seno anche dopo l’inizio dello svezzamento!
Oggi mi spiace non aver fatto autosvezzamento anche con Spiderman, nonostante con lui sia filato tutto liscio. Mi spiace perché la trovo una soluzione molto più naturale, che lascia al bambino la libertà di scegliere e di mangiare ciò che trova in tavola… gli lascia la libertà di manipolare il cibo, che per loro è un grande spasso… hanno la libertà di fare nuove scoperte e di vivere quel momento ATTIVAMENTE e non come un’imposizione!
Buona giornata a tutte!
 
 

CIO' CHE NON CI DICONO SUI PANNOLINI MONOUSO




Anni fa avevo letto un bel documento, scritto a più mani da mamme critiche e consapevoli, riguardante le diverse tipologie di pannolini per bambini. E' piuttosto lungo e molto interessante, perchè va a toccare i diversi aspetti della questione. Mi ritrovo d'accordo con tutto, tranne sulla tipologia dei pannolini lavabili, di cui scriverò più avanti.
Il manuale è scaricabile o leggibile/ e lo consiglio a tutti) interamente qui:
Nel frattempo ho estrapolato dei passaggi che ritengo importantissimi e che molti non sanno perchè non ci dicono...

“I PANNOLINI USA E GETTA TRADIZIONALI SONO ALTAMENTE INQUINANTI.
Prima di tutto a causa del modo in cui vengono prodotti uno studio della società di Consulenza Landban
k ha dimostrato che i pannolini usa&getta consumano 3,5 volte più energia, 8 volte più materie prime non rinnovabili e 90 volte più risorse rinnovabili rispetto ai pannolini riutilizzabili; producono inoltre 2,3 volte più acque di scarico e 30 volte più rifiuti solidi; richiedono tra 4 e 30 volte più terra per la coltivazione di materie naturali rispetto a quelli riutilizzabili, senza contare l'impatto di altri fattori quali l'utilizzo di pesticidi. Nella fase produttiva consumano un’enorme quantità di risorse naturali: energia, acqua, polpa di legno, plastica, idrogel ecc. La produzione elimina nell'acqua solventi, metalli pesanti, polimeri, diossine e furani. Vengono inoltre abitualmente sbiancati al cloro.
Nei pannolini tradizionali la parte interna, che costituisce il 70% del peso totale, è formata da una
polpa di cellulosa e da polimeri superassorbenti (silicati, acrilati e simili). Il resto è costituito da pellicole in polipropilene (sopra) e polietilene (sotto), unite ad adesivi (velcro), elastici e nastri.
È difficilissimo trovare dati precisi sulla composizione degli usa&getta. Raramente vengono diffuse le
schede tecniche a chi ne faccia espressamente richiesta e la legge non obbliga le aziende a rendere noti i componenti sulla confezione. Rendere nota la lista dei componenti è una decisione che viene lasciata al produttore, per dimostrare la propria affidabilità e trasparenza. Perché? Riguardo alle sostanze potenzialmente tossiche presenti nei monouso tradizionali, nel maggio 2000 venne diffusa dai media una notizia allarmante: Greenpeace Germania aveva riscontrato in quasi tutti i campioni di pannolini analizzati la presenza di TBT, DBT e MBT, rispettivamente Tributile, Dibutile e Monobutile di stagno. Il TBT risulta altamente tossico per gli organismi acquatici già in una percentuale dello 0.001mg perlitro, mentre nell’uomo può provocare tumori e disfunzioni al sistema nervoso.
Le maggiori multinazionali del settore (la Pampers,la Fixies e la Benetton) si affrettarono a dichiarare la totale assenza nei loro pannolini di questi composti o diedero generiche rassicurazioni sull’innocuità di tali sostanze. Resta comunque il fatto che, a seguito diuna nuova campionatura effettuata alcuni mesi dopo, non vennero più trovate tracce di questi composti. Per quale motivo si sarebbero utilizzate simili sostanze per la produzione di pannolini per bambini? L’ipotesi più plausibile è che tali composti servano a stabilizzare la parte plastificata del pannolino e per evitarne il deterioramento nel tempo, grazie anche al potere bio-cida. Per non creare allarmismi, va precisato che né in Germania né altrove sono stati registrati casi di malattie o squilibri ormonali che siano con assoluta certezza imputabili al TBT prese
nte nei pannolini; a seguito di questo scandalo, nel successivo Consiglio dei Ministri dell'Ambiente dell'Unione Europea, il Governo di Vienna ha chiesto ufficialmente la messa al bando della tributilina (TBT) per la sua accertata tossicità anche in basse concentrazioni.
Probabilmente non si saprà mai la verità, ma sta difatto che qualcosa è cambiato nel ciclo di produzione dei pannolini usa&getta, per lo meno in Germania. In Italia dobbiamo fidarci?
l TBT pare non essere purtroppo l’unica sostanza “sospetta” presente nei monouso tradizionali. Sotto
accusa sono anche i silicati o gli acrilati che ne costituiscono il “cuore superassorbente” e DI CUI NON SI CONOSCONO TUTTORA GLI EFFETTI COLLATERALI A CONTATTO CON LA PELLE DEL BAMBINO. È anche probabile che gli effetti siano conosciuti ma non vengano portati alla conoscenza degli acquirenti. Di certo sono i principali responsabili degli arrossamenti da contatto della delicata pelle del neonato e di micro-abrasioni dovute allo sfregamento. Dato che nella maggior parte dei casi i pannolini vengono sbiancati con il cloro, non è assurdo pensare alla possibilità che siano eventualmente presenti dei residui. Alcune fonti, per la verità datate, sospettano infine la presenza di sodio policloridato, che assorbe più di cento volte il peso dell'acqua; questa sostanza venne eliminata dagli assorbenti femminili nel 1985 a causa della sua correlazione con lo shock tossico nei tamponi da donna
STATISTICHE E STUDI MEDICI
Se i rischi legati al possibile assorbimento di sostanze potenzialmente tossiche attraverso la pelle del neonato sono però ancora da dimostrare, in assenza di studi certi al riguardo, possiamo segnalare che le statistiche mediche ditutti i Paesi ove si fa abbondante utilizzo di pannolini usa&getta testimoniano un aumento dei casi di arrossamenti, eritemi da pannolino e allergie.
Secondo l'Università di Kiel (Germania), l'impiego regolare e continuato di pannolini usa&getta
provocherebbe il surriscaldamento (fino a 1°C) dello scroto dei bambini, rischiando di danneggiare il normale sviluppo dei testicoli e quindi la futura fertilità. Il rivestimento di polipropilene e polietilene, trattandosi in ogni caso di una materia plastica, provocherebbe all’interno del pannolino stesso un aumento della temperatura (Partsch & Al.,2000).
Alcuni tipi di pannolini tradizionali vengono venduti già “cosparsii” di creme anti-arrossamento, la cui composizione chimica non viene dichiarata e sulla cui finalità esistono forti dubbi, dal momento che le creme si sono rese “necessarie” per mitigare le irritazioni provocate dal pannolino stesso.
I prodotti chimici che possono essere considerati più pericolosi sono quelli che sono spalmati sulle
fibre dei filtranti sintetici: per rendere igrofilico (cioè in grado di catturare le molecole di acqua) il polimero sintetico che invece è naturalmente idrofobico (cioè non aggancia le molecole, basta prendere un imballaggioqualunque di plastica versarci dell’acqua e si vedrà che l’acqua non si spande ma rimane come singole gocce che scivolano sopra) vengono aggiunti alle fibre dei “finish” che contengono tensioattivi e altri derivati chimici. Questi a contatto diretto con la pelle umida e calda, finché non arriva la pipi, vengono facilmente rimossi. E la domanda è: dove finiscono? Un’ipotesi che sorge spontanea è che finiscano sulla pelle del bambino e questo anche per 3 anni consecutivi
NESSUNA CERTEZZA
Potremmo citare altri dati, alcuni dei quali molto allarmanti, ma preferiamo limitarci a segnalare una
più sana “via di mezzo”;  nell’assenza di studi chiari ed esaustivi pubblicati su questo argomento, non si può essere certi di niente. Vorremmo che fosse chiaro proprio questo: “non si può essere certi di niente, nel bene e nel male”. Ciò che è certo è che la pelle e gli organi del bambino non sono predisposti per trascorrere 24 ore su24 per oltre tre anni consecutivi avvolti da plastica, silicati, DBT MBT
TBT & company. Per quanto questo faccia comodo a noi genitori.
VOI CI STARESTE? “

Ecco... A questo punto, mi viene in mente una pubblicità di una nota marca di Pannolini monouso che recita così, più o meno: " La cosa  più importante per noi mamme è che il  nostro bimbo resti asciutto"... bè mi verrebbe da dire: "MA ANCHE NO! L'IMPORTANTE E' CHE IL PANNOLINO SIA SICURO!".
Purtroppo la potenza delle multinazionali è forte. Riescono a insabbiare ogni cosa, riescono a fare leva sulle nostre "paure" di mamma... Riescono a farci passare per OTTIMI prodotti PESSIMI, tipo un famosissimo OLIO per la pelle...  Ma su questo ho da scrivere molto, moltissimo....

venerdì 10 maggio 2013

PANNOLINI MONOUSO PARTE 1



Oggi voglio parlare di un argomento che mi sta molto a cuore: I PANNOLINI E IL LORO IMPATTO AMBIENTALE.
La produzione di pannolini monouso per bambini, infatti, ha un impatto ambientale molto significativo.
Ogni anno nell’Unione Europea vengono prodotti 25miliardi di pannolini monouso. Ciò significa ingenti quantità di Co2 immesse nell’atmosfera per la produzione e distribuzione e altrettanto ingenti consumi di acqua e di energia per un prodotto che, già in partenza è un rifiuto speciale. I pannolini per bambini sono infatti composti per il 50% da derivati del PETROLIO non biodegradabili (vari prodotti chimici, plastica,
idrogel, sbiancanti,ecc). Incerta anche la sostenibilità del restante 50% che deriva
da polpa di legno (cellulosa) la cui provenienza non è quasi mai certificata e dunque
potrebbe anche provenire da foreste primarie.
Secondo uno studio di Greenpeace del 1993 nell’arco di tre anni un solo bambino utilizza mediamente 4.500 pannolini equivalenti a 10 ALBERI di grandi dimensioni e a UNA TONNELLATA di rifiuti, che dovrebbero essere smaltiti in modo differenziato.
In Italia se ne consumano circa 6 milioni al giorno, con costi di produzione stimati in
12.500 tonnellate di plastica, 225.000 tonnellate di polpa di legno, 2.15 miliardi di
litri di petroli, 6 miliardi di litri d’acqua e migliaia di MW di energia, senza contare i
costi ambientali di trasposto e distribuzione. Una volta utilizzati rappresentano tra il
7 e il 10% del totale dei rifiuti solidi urbani.
Inoltre la produzione non è sottoposta ad alcuna normativa, e in Europa non esiste
ancora una disciplina di settore che imponga di dichiarare i componenti, come
invece avviene per ogni altro prodotto che interagisca o sia destinato alla cura del
corpo.
Diverse ricerche indicano che il rivestimento impermeabile dei pannolini usa e
getta, oltre a possibili danni permanenti al sistema riproduttivo dovuti al
riscaldamento, impedisce la traspirazione e crea un ambiente umido, caldo e
carente di ossigeno che favorisce lo sviluppo di eritemi e allergie.
Per limitare questi inconvenienti la parte interna dei pannolini viene trattata con
SOSTANZE CHIMICHE che riducono l’effetto abrasivo dei materiali sintetici, ma possono provocare altri inconvenienti.
Sotto accusa sono i prodotti chimici usati per evitare la formazione di muffa e di cattivi odori.
  • Nel 1967 ci fu il caso del policloroprene;
  • Nel1988 quello del benzolo;
  • Nel 1989 quello della diossina;
  • Nel 2000 uno studio pubblicato da Greenpeace Germania denunciò la presenza di tributile di stagno (Tbt) nei pannolini delle marche più diffuse, un composto dall’elevato potere biocida che già in una percentuale di 0,001 microgrammi per litro risulta letale per gli organismi acquatici.
Per quanto al loro impatto come rifiuti, risulta difficile, se non addirittura
impossibile, smaltirli attraverso i tradizionali sistemi di trattamento perché i
materiali di cui sono fatti e la grande capacità assorbente, raggiunta con l’utilizzo di
nuovi materiali e nuove tecnologie, LI RENDE PRATICAMENTE INDISTRUTTIBILI.
Nelle discariche tradizionali non ci sono le condizioni necessarie per la
decomposizione dei pannolini che, nel tempo, si mummificano mantenendo inalterati
peso, volume e forma. I tempi di dissoluzione in discarica sono stimati in 500 anni,
in alternativa servirebbero inceneritori, ad altissime temperature e con sistemi di
filtraggio dei fumi e delle ceneri altamente tossiche, dei quali sono dotati pochissimi
paesi europei.

Fatto tutto questo preambolo:
-         Veramente non abbiamo alternativa a questi comodissimi pannolini usa e getta?
-         Veramente possiamo fregarcene dell’impatto ambientale che nostro figlio ha sull’ambiente, lo stesso ambiente che nostro figlio si troverà a vivere e a respirare?

L’inquinamento non è UTOPIA, ci riguarda TUTTI e DA VICINO, perché oggi ci ritroviamo a vivere una pesante crisi finanziaria ed economica, ma presto, se non interverranno misure serie a tutela dell’ambiente, ne vivremo una ben peggiore: QUELLA DELLE RISORSE!

giovedì 18 aprile 2013

Considerazioni sparse sull'orto...

In un post precedente parlavo di coltivare l'orto in vaso...
A differenza di quanto si possa credere può essere ben produttivo con i giusti accorgimenti.
Quando ho iniziato, i vicini di casa mi dicevano che era tempo perso; si sono dovuti ricredere!
Ovviamente, in terra i risultati sono migliori e in un certo senso il lavoro è meno gravoso.
Con l'orto in pieno campo a inizio stagione devi girare la terra fargli prendere aria (eventualmente arricchirla) preparare il terreno e poi passare a seminare.
Con l'orto in vasi, devi pulire tutta la terra dell'anno precedente con il setaccio ( che pacco!) aggiungere letame, mischiare bene e poi seminare. Effettivamente ci si mette molto meno a rivoltare la terra. Questa è l'unica cosa che veramente mi pesa.... poi il resto sono tutte gioie!
Quest'anno in vaso farò poco, perchè grazie alla signora a cui abbiamo regalato le primule, abbiamo a disposizione un gran prato da coltivare! Sono contentissima, grande com'è non c'è da sbizzarrirsi. Spero anche in un tempo clemente quest'estate, in modo da fare scorta anche per l'inverno.
In vaso per ora ho seminato la Camomilla, i cui fiori mi servono per fare gli oleoliti per i saponi per il corpo (dei miei saponi parlerò più avanti) e il Origano, che andrà ad insaporire le mie pizze!
Il problema della semina è che i semini sono così piccoli che non si riesce a seminare alle giuste distanze. Quindi cerco di fare attenzione, aspettando che escano le piantine. Quando hanno raggiunto 4 foglioline, inizio a diradarle. Le piantine che mi sembrano più deboli le butto via, le altre belle ma un pò ammassate, le sradico e le sistemo in fila e a lato alle giuste distanze, per dargli spazio nella crescita. In questo periodo, l'annaffiatura la faccio con uno spruzzino, per non rovinare le piantine che sono ancora molto deboli; anche in caso di pioggia, copro con un telo di plastica.
La Camomilla in una settimana è già spuntata!
Per le esperienze che ho avuto, con i semi si possono coltivare tutte le erbe aromatiche ( tranne l'alloro che è meglio prendere direttamente la piantina), i cipollotti, i cetrioli, l'insalata da taglio, zucchine, spinaci.
Per peperoni, peperoncini e pomodori decisamente meglio le piantine! Anche piccole che costano meno! Il problema dei pomodori, ad esempio, è che prima di giugno il tempo non è ancora del tutto regolare e se non si ha una serra dove seminare e tenere riparati le piccole piantine, si rischia di rovinare tutto e soprattuto di mangiare il primo pomodoro ad agosto!
Le piantine di pomoro che vendono al mercato, possono produrre anche 10 Kg di raccolto. L'anno scorso in vaso ho avuto una media di 8 Kg per pianta, quindi direi che ne vale la pena. Altrochè non cresce niente!
I ciliegini poi producono che è una meraviglia!
Come dicevo prima, al posto di concimare durante la stagione, preferisco arricchire la terra con il letame a inizio coltivazione, ed evitare quindi concimi e fertilizzanti vari, ma se ne ho bisogno uso solamente concimi biologici.
Il primo anno di orto aveva piovuto molto e a fine luglio mi ritrovavo con tutti i pomodori bollati di nero. Sono dovuta ricorrere mio malgrado al VERDE RAME, per non perdere le piante, che effettivamente sono guarite; e sempre mio malgrado o dovuto lavare con l'amuchina la verdura prima di mangiarla o cucinarla. Tutte pratiche non amo fare, ma mi sono vista obbligata.
L'anno successivo, armata di Internet e anziani saggi vicini di casa, nel vaso con la pianta di pomoro ho seminato tutto intorno del Basilico. Ebbene, l'unico vaso con la pianta di pomodori in cui non ho piantato il basilico si è ammalato, i restanti  invece no!
Per i Cuore di Bue, San Marzano ecc... ci vuole un bel vaso rotondo bello grosso, almeno del diametro di 30cm, e una pianta per ogni vaso. Per i ciliegini invece si possono mettere anche 4 piantine in un vaso rettangolare lungo 60-80 cm. Servono poi delle bacchette abbastanza lunghe per far crescere la pianta e bisogna avere cura di legare bene la pianta alla bacchetta senza stringere troppo e di eliminare le "femminelle" .

Le piante di Pomodoro amano il sole e richiedono molta acqua, quindi le posiziono sempre nel punto in cui il sole rimane più a lungo e le bagno sempre alla sera tardi o alla mattina presto, quando non c'è sole e non fa caldo.
Quando si vedranno i primi fiori, il gioco è fatto! Quelli saranno i nostri futuri Pomodori!
Per quanto riguarda i Peperoni, l'anno scorso abbiamo messo 4 piante in un vaso rettangolare da 60 cm ed è andata benone. Servono sempre le bacchette per sorreggere la pianta e soprattutto i grossi frutti che da.
I cipollotti, invece, li semino nei vasi rettangolari da fiore, quelli da balcone per intenderci.Ogni seme è un cipollotto, quindi, se si vuole avere un gran raccolto, conviene seminare ogni vaso a distanza di una settimana, in modo da non raccolgliere i cipollotti tutti in una volta ma d avere costantemente qualcosa da raccogliere nel lungo periodo. I cipollotti vanno raccolti quando il ciuffio esterno inizia ad ammosciarsi o a farsi giallino.
Per quanto riguarda invece i cetrioli, serve una rete a quadri per far arrampicare la pianta. Il cetriolo è davvero forte: butta dei ramettini che si attorcigliano intorno a tutto ciò che trovano... particamente si aggrappano e crescono crescono crescono.... Se i frutti non si fanno crescere troppo, e si tagliano le stremità e si sfregano tra loro, sono veramente deliziosi!
Per zucchine, carote e insalata non mi espongo perchè devo ancora trovare la giusta quadra...mi spiace,  sono stati raccolti deludenti, ma ci stiamo lavorando.
Assolutamente da coltivare è il BASILICO! Due vasi di basilico possono dare dei bei vasetti di pesto.
L'anno scorso, con il raccolto di mia madre e il mio, ho fatto pesto per tutto l'anno. Ho calcolato un vasetto a settimana ( mio figlio e mio marito ne vanno pazzi!) ed ecco 52 vasetti di pesto. Più avanti scriverò la mia personalissima ricetta, rivista e aggiustata in base ai nostri gusti.
La pianta di salvia ce l'ho da 4 anni ormai, sempre in vaso, e mi basta potarla ogni tanto. L'alloro ha 2 anni, ha sofferto un pò quest'inverno, spero si riprenda perchè nel sugo di pomodoro è fenomenale. Il prezzemolo di 2 anni non ha retto all'inverno, ma credo di essere già stata fortunata l'anno precedente. Il timo è sempre bello, come d'altronde il rosmarino!
Prossime semine quindi Prezzemolo e Basilico.


N.B: L'anno scorso quando facevo tutto questo, avevo Spiderman di fianco a me. Lui ha seminato in vasettini i cetrioli ( perchè i semi erano grossi ed era più facile per lui interrarli) e quotidianamente si bagnava le sue piantine. Era felice nel vederli crescere e mostrava con orgoglio ai nonni i suoi capolavori! Sorriso invece, ( la Bufalotta!) era nel pancione... speriamo che l'orto piaccia anche a lei!


mercoledì 27 marzo 2013

...Riflessioni...

C'erano una volta le Donne...
Donne che partorivano con le Donne.
Donne che partorivano con Donne senza Laurea in Medicina.
Donne che vivevano la gravidanza come una gioia 
e non come una malattia.
Donne che vivevano il travaglio in un ambiente caldo.
Donne che erano libere di assumere le posizioni che preferivano.
Donne che potevano urlare, cantare, camminare 
e seguire le onde.
Donne che non venivano tagliate a prescindere.
Donne che non volevano avere sul petto il loro bimbo subito pulito, 
ma avere sul petto il loro bimbo, punto.

Oggi ci sono ancora Donne che lottano per avere questo.
E ci sono Donne senza Laurea in Medicina che lottano per far 
avere alle Donne tutto questo.

E io sarò sempre dalla parte di queste Donne...

martedì 26 marzo 2013

Un prodotto e mille virtù: l'Aceto

Ammetto, che sono di parte. Io adoro l'aceto anche mangiando!
Ma questo post è scritto per riscoprire vecchie tradizioni dimenticate a favore degli innumerevoli prodotti presenti sul mercato. Le pubblicità super invitanti di cui siamo bombardati quotidianamente, invogliamo anche me all'acquisto; poi ritorno sulla terra, e penso che nella maggior parte dei casi posso fare a meno di spendere tanti soldi in prodotti per lo più nocivi. E già... perchè la pubblicità ci passa un messaggio perverso e autodistruttivo: non si può vivere in una casa non disinfettata e sterilizzata, altrimenti ci ammaleremo, noi e i nostri figli. E quindi vai di disinfettanti, presidi medico-chirurgici (che poi chi opera in casa?!?!?!) additivi, igenizzanti. Ok una casa pulita piace a tutti. Quello che mancano di dirci, è che sono prodotti altamente inquinanti per l'acqua e la fauna acquatica; non ci dicono che contengono solventi potenti e tossici, pesticidi antibiotici e altre sostanze chimiche nocive; non ci dicono che il più delle volte basta la metà del dosaggio riportato in etichetta per avere un ottimo risultato; non ci dicono che non è necessario sterilizzare un bel niente! Ma sopratutto non ci dicono che le particelle che rimangono in sospensione dopo l'uso di spruzzini vari, inquinano maledettamente l'aria delle nostre case! ( Tra l'altro: non mischiare prodotti a base di cloro con quelli a base di acido, come aceto o ammoniaca. Non bisogna nemmeno pulire la stessa superficie con uno e poi l’altro. Se si combinano, infatti, producono un gas a base di cloro che, se inalato, può essere letale).
E poi c'è il discorso "del profumo di pulito" a cui ormai siamo lobotomizzati! Se non profuma non è pulito: ma a cosa ci ha costretti l'industria? il nostro naso ora associa il pulito al profumo "sintetico", ma le due cose non sono connesse una all'altra. E quindi vai di profumazioni sintetiche e fortissime... Ma il profumo di pulito non esiste; esiste che se una cosa è pulita non puzza!
In altri post parlerò anche dell'evoluzione dei detersivi degli ultimi decenni.
Sui pavimenti dove abbiamo passato queste bombe, ci gattonano i bambini, che poi mettono le mani in bocca. I vestiti lavati con mezzo chilo di detersivo ( tra detersivo, additivo sbiancante, disinfettante e ammorbidente e magari anche anticalcare) non verranno mai sciacquati come si deve ( soprattutto perchè le lavatric moderne usano modeste quantità di acqua rispetto a modelli più datati) e tutto quel detersivo ce lo ritroveremo sui tessuti degli abiti che vestiremo. E via di pruriti e compagnia bella.
Quindi, dopo questa lunga premessa, qualche spruzzino lo possiamo evitare. Come? Partiamo dall' ACETO.
Di seguito scriverò in che modo si può usare l'aceto nelle faccende di casa, tutte sperimentate personalmente e che utilizzo tutt'ora:
1. SMACCHIATORE
    Nel mio caso, lo utilizzo per sbiancare i pannolini lavabili. Abitando in una zona dove per tre mesi non 
    vedo il sole e quindi a secco del potere sbiancante dei suoi raggi, spesso mi rimangono gialli i teli dei
    pannoli. Acqua calda, aceto e metto in ammollo. I pannoli sono di cotone e vado sul sicuro, per altri
    tessuti, faccio una prova a lato.
2. RAVVIVA COLORE E PULIZIA TAPPETI.
    Passo prima l'aspirapolvere per bene, poi passo uno straccio con aceto bianco con movimenti che
    seguono il senso del pelo, senza fregare troppo e cambiando lo straccetto quando sporco.
3. AMMORBIDENTE
    In lavatrice, invece di usare i soliti ammorbidenti ( primo prodotto sconsigliato dai dermatologi) verso
    direttamente nella vaschetta dell'ammorbidente aceto bianco. Metto la quantità che mettevo con i soliti
    ammorbidenti. Se ho bisogno di disinfettare metto una decina di gocce di Olio essenziale Tea Tree,
    oppure se voglio profumare metto altri oli essenziali ( Eucalipto, Salvia, Rosmarino e Pino sono i miei
    preferiti). Se si usa l'aceto, non serve comprare più l'anticalcare. ( In sostituzione si può usare una
    soluzione di acqua e acido citrico al 15-20%).
4. ANTICALCARE
    Perfetto da passare sui rubinetti per decalcificare o per fare uno spruzzino da passare sulle pareti del box
    dopo la doccia. Lasciare agire e passare velocemente una spugnetta e risciacquare. Io passandolo 
    sempre dopo la doccia, e facendo pulizia una volta a settimana, non passo più la spugnetta tutte le volte.
    ( in sostituzione acqua e acido citrico al 15-20 %).
5. JEANS
    Se compro un jeans scuro, lo metto a bagno al rovescio in acqua e aceto, poi procedo con il lavaggi
    consueti. Questo aiuta a non perdere colore.
6. PULIZIA FERRO DA STIRO
    Aggiungo nell'acqua un pochino di aceto, accendo il ferro e schiaccio il tasto del vapore, per fare uscire il
    calcare.
7. LUCIDARE ACCIAIO INOX
    In cucina è ottimo per lucidare e togliere aloni di calcare su piani inox, come cappe, maniglie ecc...
8. ANTIODORE DI FUMO E VERNICE
    Basta mettere delle bacinelle con aceto disposte nella stanza puzzolente!
9. BRILLANTANTE
    Verso direttamente l'aceto nella vaschetta e regolo l'intensità della lavastoviglie.
10. PULIZIA PAVIMENTI
     Io a casa ho un parquet laminato e nel secchio metto acqua bollente e un pò di aceto, poi passo il panno
     in microfibra. Pulisce e lucida che è una meraviglia.

In campo della salute invece lo uso per:
1. ABBASSARE LA FEBBRE
    Non ci credevo, ma poi ho provato con la Bufalotta e in 10 minuti la febbre è scesa. Immergere le calze
    in acqua e aceto, strizarle e metterle ai piedi. Quando saranno asciutte ( servono a rapire il calore, quindi
    se la febbre è alta si aciugano in fretta) ribagnarle, strizzarle e rimetterle ai piedi. Fare lo stesso con delle
    pezze di cotone da mettere sulla fronte.
2. EMICRANIA
   Metto sulla fronte una compressa di cotone o di tela ripiegata imbevuta di aceto.
3. CAPELLI
   Per sciacquarli bene e togliere loro ogni traccia di grasso usate acqua tiepida e aceto. Così i capelli
   resteranno morbidi e vaporosi e riacquisteranno lucentezza, pure nei casi più ostinati. Usando io uno 
   Shampoo naturale è un passaggio obbligatorio, ma è ottimo veramente per tutti.
   E' anche preventivo per i pidocchi: si può fare il risciaquo, oppure come faccio con Spiderman, prima 
   dell'asilo gli passo uno straccetto con l'aceto intorno all'attaccatura dei capelli.
4. MAL DI DENTI
   Bollire uno spicchio d'aglio in un bicchiere di aceto e fate degli sciacqui con il decotto tiepido, tenendolo
   anche un poco in bocca e insistendo in particolare sul punto dolorante.

Ci saranno sicuramente altri usi, questi sono quelli che conosco e uso. C'è chi mi ha detto che un cucchiaio di aceto di mele ogni mattina sia dimagrante, ma non ne ho certezza.

SVANTAGGI:
1. Sicuramente l'odore. Io lo adoro, ma mi rendo conto che a molti possa dare fastidio. Dove possibile lo si può smorzare con gli olii essenziali oppure usare quello di mele.
2. Un diverso modo di pulire. Bisogna abituarsi all'idea di un prodotto a zero schiuma, zero profumo, insomma performance diverse.

Detto tutto questo... (pfff che fatica!) spero che un pò di consapevolezza abbia contagiato qualcuno, anche pochi ma sicuramente importanti!